L’emergenza sanitaria in corso pone a tutti una sfida: comportarsi con responsabilità per fermare il contagio, senza però fermare l’economia ed il lavoro.

Fortunatamente, Array si trova più pronto di altri ad affrontare questa emergenza, perché abbiamo creduto sin dall’inizio nella forza di una struttura snella, distribuita, a rete; per noi tutto il lavoro è smart working, da ormai dodici anni, cioè da quando probabilmente il termine non era ancora stato coniato. La carta è ridotta al minimo indispensabile e il nostro ufficio viaggia sempre con noi, grazie a un cloud privato e a supporti cifrati. Usiamo ed proponiamo di usare canali sicuri di comunicazione a distanza (GPG e Signal), e stiamo sviluppando strumenti di collaborazione innovativi (come ad esempio l’utilizzo di git in ambito legale, tramite una toolchain dedicata, o ancora un server di videoconferenza auto-ospitato, basato su Jitsi.

Da sempre siamo in grado di offrire i nostri servizi da qualunque luogo. Anche oggi. Sfruttando software libero e open source, e standard aperti.

Siamo dunque preoccupati e costernati per il fatto che – stando a recenti notizie – il Ministero abbia anche solo pensato di indicare piattaforme e protocolli proprietari quali unici strumenti ammissibili per svolgere le udienze a distanza (dunque: o quelli, o niente!).

La nostra esperienza conferma che si può fare di meglio con un minimo di buona volontà, senza imporre soluzioni inutilmente rigide e costringere intere categorie professionali ad un lock-in nei confronti di un singolo fornitore.

Quindi, anche se abbiamo deciso, per senso di responsabilità, di sospendere l’accesso alle nostre sedi fisiche fino alla cessazione dell’emergenza, i nostri uffici virtuali, rimangono aperti e la nostra attività continua esattamente come prima. Siamo sempre contattabili ai recapiti email, social, telefonici e signal.

Se desiderate sapere di più in merito agli strumenti che utilizziamo, scriveteci pure a covid-19@array.eu

A presto!