Si muovono fondazioni, ministri, commissioni e commissari. Abbiamo anche la possibilità di dire la nostra in Europa.

Una volta per tutte il diritto d’autore non è più percepito come un tema riservato agli addetti ai lavori e si è compreso quanto le sue vicende siano legate a doppio filo con quelle più ampie della cosiddetta società dell’informazione.

Sono in corso proprio in questi giorni varie e interessanti iniziative, sia divulgative che politiche. È appena trascorsa la settimana del copyright, un’iniziativa di divulgazione e sensibilizzazione proposta da Electronic Frontier Foundation e sostenuta da quasi tutti gli enti del settore (Creative Commons compresa). Al suo interno si è tenuto anche un Open Access Day (celebrato il 15 gennaio) nel quale qualcuno ha finalmente fatto presente con un messaggio forte e chiaro che per un autentico open access non basta il semplice accesso aperto (nel senso di gratuito) ad un contenuto digitale, ma è fondamentale che vi siano una chiara e persistente policy di licenze open che attribuisca agli utenti veri e propri diritti di riutilizzo sul contenuto.

In casa nostra, sempre negli stessi giorni, sono arrivate due notizie: la buona, il ministro Massimo Bray ha frenato sulla proposta dell’aumento del compenso per copia privata proposta da SIAE; la cattiva, il dibattito parlamentare sul discusso regolamento AGCOM è stato di fatto soffocato.

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